Il barbera è un vino rosso tipico del Piemonte, celebrato anche dal poeta Giosué Carducci che lo definisce bevanda che fa sentire “d’esser soli in mare sfidanti una bufera”, prodotto con le uve del vitigno omonimo, ricco di tannini e dal sapore deciso, con punte leggere di acidità.

Perché si chiama “Barbera”?

Una delle ipotesi riguardanti l’origine etimologica del barbera è possibilità che derivi dal nome di una bevanda dal colore simile consumata nelle stesse zone e ottenuta dalle bacche di Berberis Vulgaris (crespino), che veniva consumata specialmente nel medioevo, chiamata “vinum berberis”, a cui erano attribuite particolari proprietà mediche e che era sottoposta ad un processo di fermentazione.

Qual è l’origine del nome del vino barbera?

Alcuni dei documenti più antichi riguardanti il barbera, dove questo vino è riportato con il nome originale di “de bonis vitibus barbexinis”, sono l’insieme ritrovato nella cattedrale di Casale Monferrato, risalenti probabilmente al 1246-1277.

Oltre ai documenti del 1200/1300 ad ogni modo è risaputo che il vino del barbera fosse noto già intorno al 1500 ed al 1600, in quanto riportato in citazioni presso Nizza Monferrato e presso il Chierese. Anche altri nomi come “Grisa” e “Grisola” potrebbero essere stati usati per indicare il barbera, ad esempio da Giovanni Battista Croce (architetto, agronomo, orafo, enologo vissuto a cavallo tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600).

Ufficialmente sarà però l’azione del conte Nuvolone a far attribuire al barbera la sua ufficialità, in quanto il vitigno omonimo sarà inserito intorno al 1798 all’interno delle varietà tipicamente coltivate in Piemonte.